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LA BIBLIOTECA POPOLARE
LA CHIESA DI SAN ROCCO

Presentazione
I gesuiti a Parma
La chiesa di San Rocco
I Gesuiti e lo Studium Parmense
Il Collegio dei Nobili
Bibliografia e sitografia
San Rocco: i Gesuiti a Parma [ versione stampabile ]

 La Compagnia di Gesù venne fondata da Ignazio di Loyola a Parigi nel 1534 ed approvata da papa Paolo III° Farnese nel 1540.

A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del clero parmense,  in una città definita "un bosco de baccano, tanti homicidi furti  et saxinamenti sono fatti" (1),  Pietro Fabbro e Giacomo Lainez, uno insegnante di Sacra Scrittura, l'altro di teologia scolastica, annoverati tra i primi seguaci di Ignazio di Loyola.

Dal loro insegnamento si originò la Congregazione del Santissimo nome di Gesù, per l'insegnamento della dottrina cristiana, la raccolta di elemosine per i poveri, l'assistenza agli infermi dell'Ospedale della Misericordia e dei condannati a morte. Nel 1552 la Congregazione ottenne dagli Anziani di Parma l'uso dell'originaria chiesa di San Rocco, iniziata dopo la peste del 1564.

A più riprese sia il consiglio degli Anziani di Parma che la Congregazione stessa chiesero a S. Ignazio l'invio di gesuiti a Parma, che arrivaro ufficialmente nel 1564 chiamati da Ottavio Farnese. Il 28 luglio di quell'anno il duca promulgò il decreto istitutivo del Collegio della Compagnia di Gesù, comprendente anche l'assegnazione della chiesa dedicata a San Rocco (ancora non completamente terminata) e di tre case contigue acquistate dalla stessa Comunità degli Anziani. Quest'ultima assegnò al Collegio una pensione annua sopra il dazio del vino, della macina e due calmieri del pane.

Fin dall'inizio i Gesuiti, grazie alla loro attività religiosa e didattica, acquisirono numerose eredità e donazioni che permisero l'accumulazione di immobili e proprietà terriere. Nell'arco di circa 70 anni arrivaro ad acquisire l'intero isolato tra l'attale via dell'Università ed il palazzo delle Orsoline.

 Inizialmente i Gesuiti collaborarono con lo Studium parmense (l'Università "laica") per l'attività didattica con l'insegnamento di Lettere, Filosofia e Teologia. Contemporaneamente esercitavano attività didattica propria, sancita nel 1599 dall'avvio nel Collegio di San Rocco dei corsi di Filosofia, Teologia e Matematica. I corsi si tenevano nel palazzp Boselli (in angolo tra le attuali via Cavestro e Università) collegato al Collegio mediante un ponticello.

Nel 1601 Ranuccio I° volle fondare un collegio riservato all'educazione dei nobili e, allo scopo destinò palazzo Bernieri, attiguo alla chiesa di San Marcellino (attuale palazzo del tribunale). Ranuccio, poco soddisfatto dell'andamento del Collegio, nel 1604 lo affidò ai padri Gesuiti i quali tuttavia pretesero  che i convittori frequentassero esclusivamente le loro scuole. anche in questo caso, grazie alla progressiva acquisizione degii edifici limitrofi i Gesuiti arrivarono a possedere l'intero isolato compreso fra la Via al Ponte Caprazzucca, l'attuale via del Conservatorio e palazzo Bernieri

All'incirca nel 1730 si conclude la costruzione del collegio di San Rocco, (attuale Università), iniziato nel 1659.

Nel 1737 iniziarono i lavoro per la costruzione della nuova chiesa, inaugurata il 31 luglio (festa di S. Ignazio) 1750.

La cacciata.

Nella notte dell'8 febbraio 1768, i soldati circondarono l'edificio di San Rocco ed il Collegio dei Nobili e, al mattino, i padri Gesuiti vennero espulsi dal ducati e trasportati nello Stato Pontificio.

Torneranno a Parma nel 1844, per volere di Maria Luigia, ai quali restituì la chiesa di San Rocco. Vennero allontanati alla morte della duchessa, per ritornarvi nel 1916.

 Ad ordinarne la cacciata fu il potente ministro di Ferdinando di Borbone, Guglielmo Du Tillot, in parte per segire l'esempio di altri Stati borbonici, in parte per il desideri di riprogrammare l'istruzione pubblica, fino ad allora sostanzialmente egemonizzata dai gesuiti stessi, anche in virtù del discredito che l'istruzione gesuitica godeva presso gli esponenti della nuova cultura illuministica.

Sotto la pressione dei sovrani borbonici, con breve Dominus ac Redemptor del 21 luglio 1773, papa Clemente XIV° soppresse la Compagnia, che all'epoca contava circa 23.000 membri.

Con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum del 30 luglio 1814 Pio VII° ripristinò la Compagnia di Gesù.

CURIOSITA'

Ranuccio Farnese ed il pranzo dei Gesuiti 

 

Ranuccio I Farnese, quarto duca di Parma, volle offrire, nel novembre del 1614, un'accoglienza del tutto particolare ad un gruppo di Padri Gesuiti, giunti a Parma in occasione della Congregazione Provinciale dell'Ordine. E proprio uno dei padri, intervenuto al memorabile banchetto, ne ha lasciato una curiosa - e gustosa - testimonianza in un manoscritto di dieci pagine conservato all'Archivio di Stato di Parma. Al termine di visite, incontri e scambi di cortesie ebbe inizio il banchetto: "Verso i due estremi della ornatissima tavola, apparecchiata per 42 persone, erano due piramidi di salame e presciutto, che parevano di fino marmo, rosso mischio, con due teste di porcicignali, doppo queste, in proporzionata distanza, due aquile di pasta, toccate d'argento, con il suo pasticcio sotto; seguivano due pavoni, colle sue belle piume che parevano vivi, ma sventrati con i pasticci. In mezzo una portata di salame, simile alle piramidi, e artificialmente fatta. Dopo questi vennero in tavola un leone di pasta, tre coturnici colle sue piume e il collo ornato di coralli, un elefante di pasta, un galinazzio colle sue piume, un cervo, et un fasano, pure con le piume. ...

Vennero poi tre fontane di vetro, rotonde, colle sue conche superiori, le infime (di tutte l'altre più grandi) erano piene d'acqua, e dentro l'acqua pesciolini che guizzavano, e sopra l'acqua gelatina, come anche nelle superiori, dai buchi delle quali pendea la gelatina, come se fusse acqua cadente, eccellentissima da mangiare.

Finalmente vennero tre navi, colle sue vele, arbori, artiglierie, soldati, tutte piene di biscottini, di zuccaro, e tre torri, pure di pasta. Con i confetti, e frutti, vennero tre porchetti, o per dir meglio, tre pelli di porchetti, uno da Genova che portava li canditi, uno da Bergamo che portava i confetti e il terzo dalle montagne di Parma che portava il formaggio, e frutti".

La cena, dopo la consegna di preziosi doni votivi e devozionali ai Padri convenuti, realizzati dagli artigiani di Corte coordinati da Giambattista Trotti, detto il Malosso, che aveva curato pure le scenografie, si concluse con un imponente brindisi "alla salute del Padre generale".

 

Da M. Nardi, Un sontuoso banchetto alla corte dei Farnese, in Parma Economica, 6.2000, pp 99-106. 

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A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del A Parma arrivarono già nel 1539, inviati dal papa al seguito del cardinale legato Ennio Filonardi  per aiutarlo a riformare i comportamenti del  

 
 
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